Schiscetta, pranzo al sacco, lunch box… Chiamatelo come volete, ma a me pranzare in ufficio non ha mai fatto impazzire. E il motivo era semplice: non c’è un modo elegante di tirare fuori dalla borsa una scatoletta di plastica. Perché nessuno può permettersi di mangiare fuori ogni giorno, quindi cucinandosi un bel pranzetto a casa, non solo si ha la garanzia di mangiare sano, ma si risparmia anche. Come ho detto, l’unico vero problema è – anzi, era, il contenitore assolutamente antiestetico.
Ma finalmente è arrivata la soluzione ideale.
Si chiama Furo Chic e il nome non poteva essere più azzeccato. Non solo perché si ispira al porta-bento, cioè il furoshiki, involucro per la schiscetta giapponese, ma soprattutto perché è deliziosamente chic.
L’idea è venuta ad Alessandro Vannicelli e Fabrizio Castellazzo, rispettivamente fondatore del blog Schisciando e leader di Altriluoghi. Il primo è riuscito a fare della schiscetta uno stile di vita, come avrete capito dal nome; mentre la seconda è un’azienda d’abbigliamento che punta tutto sul cotone biologico e i colori naturali.
Dalla collaborazione fra Schisciando e Altriluoghi è quindi nato Furo Chic, il nuovo accessorio di stile di cui non riesco più a fare a meno. Perché? Per almeno due motivi, anzi tre. Innanzitutto ha dato una svolta alle mie pause pranzo: è raffinato e non sono più in imbarazzo quando devo mangiare in ufficio. Addio sacchetti di plastica! In secondo luogo, adoro le due fantasie di colori: come musa ispiratrice non poteva che essere scelta la pasta e le due collezioni si ispirano alla pasta al pesto e a quella all’arrabbiata. Infine, Furo Chic è molto di più di quello che sembra, è incredibilmente versatile e a seconda di come si annoda può trasformarsi in un porta-tablet o in una pratica borsa.
Io sono innamorata di Furo Chic, non lo uso solo in pausa pranzo ma anche come custodia per il mio iPad e l’ho già regalato a qualche amica. Io ho dato un tocco chic alla mia schiscetta, e voi?